venerdì 2 agosto 2013

estoy hiper cansada

Immagine di Marina Haller
siamo in vacanza ma oggi siamo stanchi da tanto mare, tanto sole e forse tanto mangiare. Ho letto dei 10 compiti per le vacanze proposti da FrizziFrizzi. Ho pensato che sarebbe molto bello se alcune persone smettessero di indossare i loro paraocchi e si lasciassero trasportare, con leggerezza, dalla fantasia. E avere dei "compiti" per le vacanze, per molti, potrebbe essere il pretesto, l'esercizio di stile, che poi ti porta veramente ad avere gli occhi più aperti e il cuore più bambino.

Finito di leggere al pancione "Il Barone Rampante" di Calvino. Ieri ero in piena astinenza letteraria. Volevo un libro fantasy, qualcosa che ci parlasse di orchi e fate, elfi e rane parlanti, circhi neri e conigli sapientoni. Nella libreria/bar - che ha il nome di uno dei libri più belli mai scritti finora - di questo paese dove mi trovo a passare le vacanze (da ormai più di 10anni) ho trovato "Storia di un corpo" di Daniel Pennac. Mi sono concessa subito una mezzoretta di lettura pomeridiana all'ombra delle tapparelle abbassate e alla clemenza del pancione che stesa di lato mi dava un po' di tregua.
Con semplicità certi libri ti fanno riacquistare il piacere delle piccole cose. Il riappropriarsi del tempo del sentire le emozioni. Non quelle auliche e pompose... ma quelle semplici, che vengono dal corpo. In poche pagine mi si sono scatenati ricordi di riscoperte, come se avessi davvere anche io vissuto quelle identiche (o parallele) sensazioni.
Sento il bisogno di riappropriarmi della lentezza di fare alcune cose fatte bene: una telefonata fatta con calma, una bella pennica, una chiaccherata con una cara amica in riva al mare, un gelato al cioccolato. Sarò irremovibile anche sul ricevere tempo di seconda qualità. Se qualcuno mi vuole dedicare 1 minuto che sia un minuto di qualità, con calma e consapevolezza.

é proprio vero quello che dice la quarta di copertina: "un romanzo fortemente raccomandato a tutti quelli che hanno un corpo."

e sempre per la serie "quando entri in libreria sai con che idea di libro entri ma non puoi sapere che libro troverà te", ho preso anche "Tre uomini a zonzo" di Jerome K. Jerome. Mi sono scompisciata dalle risate con la lettura di "Tre uomini in barca"... Leggerò al pancione anche questo: non è mai troppo presto per allenare il senso dell'umorismo.
Prossime letture per il pancione: qualcosa di Salgari, qualcosa di Jules Verne... anche il semino dello spirito d'avventura sarà messo a dimora e innaffiato a dovere.