giovedì 13 agosto 2015

tutta nostra la città. Come sopravvivere ad agosto in città... con un bimbo di 21 mesi



Abbiamo trascorso un mese e mezzo al mare. Quindi ad agosto era proprio giunto il momento di ritornare a casa.
Il papà al lavoro e io, Cosimo e Oliva a casa. Niente asilo. Centri bimbi/genitori e ludoteche chiusi. Coprifuoco a causa del caldo... che fare?
Al mattino passeggiata con Oliva, lui mangia un biscotto seduto nel passeggino e Oliva fa "tatta" e pipì (la mamma spinge il passeggino e raccoglie la cacca).
Terminiamo la passeggiata nelle giostrine sotto casa, anche se manca l'altalena - qualcuno mi spiegherà poi perchè questa penuria di altalene al mondo - ce le facciamo piacere perchè la concorrenza è molto bassa: gli altri bimbi sono al mare e le giostre sono tutte nostre. E' anche per questo motivo che Oliva si può aggirare (quasi) indisturbata tra le giostre abbaiando ai piccioni e mordicchiando i bastoncini.

Nelle ore più calde, però, bisogna proprio stare in casa. Salutiamo scivolo e dondoli e ci dedichiamo alle faccende domestiche.
Ecco, appunto... che fare in casa con un bimbo piccolo?
La noia è sempre lì in agguato.



La disperazione porta creatività.
Durante il pomeriggio propongo a Cosimo un'attività, una sola, simile ad un laboratorio. Io gli fornisco i materiali e lo lascio esplorare, osservandolo. Quando l'attività ha esaurito le sue potenzialità mi tocca pulire. Ma il vantaggio è che Cosimo, anche se non è stanco, sembra più rilassato e soddisfatto.



L'ispirazione la trovo qui e qui. Ma soprattutto improvvisando con quello che ho in casa e a portata di mano. Coinvolgendolo nelle attività che sto facendo e che devo fare: se devo preparare da mangiare lui mi aiuta a lavare i pomodori (è bravissimo!!), a impastare. Devo solo fare attenzione che non mangi tutte le preparazioni.



Per fortuna la biblioteca è aperta. Oggi, infatti, passeggiata con destinazione biblioteca alla ricerca di un libro sui robot per Cosimo e magari uno per me.

martedì 19 maggio 2015

SALUTO AL SOLE. 30 days challenge!!!

La ricerca di lavoro è snervante e il mio io più giocondo potrebbe uscire malmesso e sfibrato. La routine di mamma/casalinga un po' mi annoia e la macchina da cucire è KO... per cui ho deciso di sottopormi a un programma di yoga indoor.
Trenta giorni, vediamo che succede.
Le aspettative sono:
a. che l'attività e la respirazione yogi mi portino un po' di ordine nella testa
b. che il corpo si tonifichi un po'
c. che l'umore sia alto e splendente come il sole di primavera
d. che si ammorbidisca questa contrattura muscolare che il dottore dice essere "un malessere da mamma"

Vi terrò aggiornati, miei cari lettori, dei risultati e dei progressi di questa sfida con me stessa. E voi... che sfide vi preparate ad affrontare?



...e, visto che qui soffia vento di cambiamento, mi sono tagliata la frangetta... DA SOLA! #adolescenzaportamivia




venerdì 3 aprile 2015

Buona Pasqua da Zia Milla


Ai piedi dell'albero di Pasqua di ZiaMilla si fanno ressa degli zuccherosi animali della fattoria: il coniglio Pasquale nel suo vestito di festa di cioccolato bianco e al latte, suo fratello Gerardo più spocchioso vestito tutto d'oro, la papera Carmela vanitosa come solo una papera di cioccolata sa essere si è tutta cosparsa di decorazioni di glassa reale e vanta un paio d'ali di marshmallows arcobaleno e la pecora Donata che sulla carta l'hanno disegnata. Poi c'è Hamlet, l'intruso danese, il non volatile di legno, che perde spesso la testa e sorveglia i miei lavori e il mio disordine.

Beh beh (disse la pecora Donata)... auguri di Buona Pasqua a tutti.

mercoledì 11 marzo 2015

Confessioni mattutine di una madre sovversiva.



"Molte madri soffrono quando ricominciano a lavorare. La nostra società interpreta questo malessere come "sentirsi colpevole", stato d'animo che, però, non dipende dai geni, ma è solo l'interpretazione culturale di un fenomeno soggiacente. Questa colpa conviene a qualcuno. Una madre che interpretasse questo malessere non come una colpa, ma come rabbia e indignazione di fronte alla disumanità del nostro sistema di lavoro o di fronte all'insufficienza del nostro permesso per maternità (...), risulterebbe fastidiosamente sovversiva."

Bésame mucho, Carlos Gonzàles




Insomma, fuori c'è il sole e io sono qui che "perdo tempo". Oliva vorrebbe essere portata fuori e avrei anche altre commissioni da abbinare alla passeggiata con la mia quadrupede preferita (un giro al mercato, restituire i libri in biblioteca, fare un po' di spesa...). Ma sono qui, nonostante la primavera incalzante, bloccata nel mio pigiama con questi pensieri che mi frullano in testa.


Venerdi ho la seconda prova di un colloquio in più parti per un lavoro che dovrebbe piacermi. Ma il mio essere madre... madre ad alto contatto, mi lascia perplessa. No, non è colpa. Sarà un po' la paura del nuovo... questo si. Ormai è troppo tempo che non faccio un lavoro vero e ne ho voglia. Ma anche dedicare il mio tempo a Cosimo è l'impegno più bello del mondo. Non vorrei pretendere troppo da una giornata di 24h e da una sola me.
E poi ne sarò veramente capace? non solo di conciliare lavoro e ruolo di super mamma, ma anche di tornare al lavoro. Di essere brava, insomma.

Ascoltare Rino Gaetano mi culla dolcemente in questo pensare. "mentre io aspettavo TEEEE"


E poi la maternità mi ha fatto riscoprire il mio corpo, questo nuovo ruolo molto animale, molto ancestrale, molto istintivo. Tutte sorprese bellissime. Non vorrei corrompere la mia animalità con un'immersione troppo profonda nella modernità, nello sfrenato correre. Che tanto lo fanno tutti! che la vita è così che ci vuoi fare? Che l'importante è la qualità del tempo che passi coi tuoi figli, non la quantità... Si, ma voi siete voi e solo noi siamo noi!!!

Insomma. Ce la faremo, lo sento. Ma intanto penso e ...porto fuori il cane.